La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla che si trova alla base della zona anteriore del collo ed è costituita da due lobi (le ali della farfalla) e una parte centrale che li congiunge. In condizioni normali, la tiroide produce 2 ormoni: la tetra-iodotironina o tiroxina (T4) e la tri-iodotironina (T3) e la loro produzione è a sua volta regolata da un altro ormone il TSH prodotto dall’ipofisi (una ghiandola che si trova alla base del cranio).

Le malattie della tiroide si distinguono in:
- disfunzioni: ipertiroidismo e ipotiroidismo;
- alterazioni della forma della ghiandola come gozzi e noduli.
- tumori benigni e maligni.

In linea generale nelle disfunzioni ormonali c’è una ripercussione a livello del peso corporeo, in eccesso se si tratta di ipotiroidismo, dove gli ormoni diminuiscono e si verifica un rallentamento metabolico generico; oppure in difetto nel caso dell’ipertiroidismo dove c’è un maggior consumo di ossigeno ed un aumento dell'attività cardiaca.

La produzione ormonale è influenzata dallo iodio contenuto nella dieta ma non solo, un adeguato introito di zinco e selenio è fondamentale per favorire il funzionamento tiroideo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare 150 microgrammi di iodio, in gravidanza e allattamento invece 200 microgrammi.

Nel caso di ipotiroidismo, ci sono alcuni alimenti considerati gozzigeni come: cavoli, broccoli, cavolfiori, rape, ravanelli, soia che interferiscono con il metabolismo dello iodio, aumentandone il fabbisogno quindi è bene consumarli con moderazione e preferibilmente cotti. Evitare invece sostanze stimolanti come alcol e caffeina se si soffre di ipertiroidismo, consentite le verdure della famiglia delle crucifere.

La dieta dovrà quindi tenere conto del tipo di disfunzione presente, eventuali carenze di micronutrienti che spesso coesistono in queste patologie e la cura farmacologica in atto.

Se desideri ulteriori chiarimenti o approfondire la tua situazione personale
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